"Il luogo più familiare all’essere umano fin dall’antichità, il luogo dove ancora oggi è possibile esercitare quotidianamente la condivisione del cibo è la cucina, preludio indispensabile affinché la tavola si trasformi da arredo in strumento di comunione. Cucinare e condividere il cibo a tavola, infatti, sono azioni umane, solo umane, non conosciute dagli altri esseri viventi sulla terra. Sono, di fatto, umanesimo, perché chiamano e richiamano uomini e donne, convocano vegetali, animali e anche minerali (il sale...) e cantano il sapore del mondo. E tutto questo in un ritmo umano: non sempre si cucina allo stesso modo! C’è la cucina feriale, in cui ci si nutre con gioia ma nella sobrietà e nella frugalità; c’è il pasto, il banchetto che interrompe la ferialità dei giorni per dire l’insperabile, per celebrare ciò che accade poche volte e per grazia; c’è il pasto del bambino che abbisogna di cibi a lui adeguati; c’è il pasto per l’anziano, che richiede una misura e una leggerezza… Chi cucina ha anche l’arte di differenziare i pasti, perché c’è un pasto per ogni momento sotto il sole".

Il Messaggero di sant'Antonio, Enzo Bianchi