Adulti e bambini come stiamo vivendo questo difficilissimo momento?
Un bambino ha bisogno di spazi esterni, di condividere, di socializzare..i piccoli non percepiscono il tempo e il cambiamento come lo vediamo noi adulti, ma vivono di riflesso il nostro stress, i nostri umori, gli stati emotivi, i nostri cedimenti, le nostre ansie, i messaggi che arrivano dai media possono essere profondamente destabilizzanti. Occorre allora osservare i bambini, accoglierli, ascoltarli, comprenderli, confermarli.
La SISST (Società Italiana sullo Studio dello Stress Traumatico) propone tante attività da fare con loro per ritrovare orientamento e radicamento, (ad esempio la posizione dell'albero nello yoga) , una buona respirazione e le proprie risorse.
[ArticoloRoma03]
Siamo tutti molto concentrati sullo stare attenti, restare in casa, uscire solo in caso di necessità e soprattutto usare le dovute precauzioni. Ma quanti si stanno interrogando sulle possibili conseguenze e reazioni dei bambini?
La Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico ha proposto alcune riflessioni e consigli rivolti a genitori o cargiver di riferimento di bambini/adolescenti prendendo spunto anche dalle Linee guida del National Child Traumatic Stress Network su come gestire irritabilità, oppositività, lagna, capricci, tensioni dei bambini.
Cosa fare con i bambini per lo stress da reclusione da Coronavirus
Accogliere e legittimare
“mi sembra tu sia arrabbiato, triste, etc, è così?”
Essere disponibili al dialogo
“ne vuoi parlare? Hai voglia che parliamo di questo?”
Validare
“mi spiace che tu ti senta così, è proprio difficile questa situazione”
Riconoscere i trigger
I trigger sono un evento, un suono, qualsiasi cosa che ci metta in allarme. Niente succede all’improvviso, osservate se c’è qualcosa che sta allarmando il vostro bambino, chiedetevi se voi stessi siete agitati e il bambino sta reagendo alla vostra agitazione/tristezza, o avete discusso di qualcosa con il partner, o avete la televisione accesa sul notiziario. Cercate di capire cosa può aver agitato il vostro bambino”.
Si è parlato tanto delle interpretazioni soggettive date al decreto, ma abbiamo notato che si è parlato poco dei bisogni dei bambini e della difficile gestione della loro quotidianità. Un bambino ha bisogno di spazi esterni, di condividere, di socializzare, eppure si fa presto a dire: state a casa.
I piccoli non percepiscono il tempo e il cambiamento come lo viviamo noi, ma vivono di riflesso il nostro stress, i nostri umori, gli stati emotivi, i nostri cedimenti, le nostre ansie.
Citando la SISST (Società Italiana sullo Studio dello Stress Traumatico)
“Le informazioni veicolate da qualsiasi media su eventi potenzialmente destabilizzanti hanno un innesco emotivo spesso nascosto che aumenta paure e ansia anche nei bambini. […] in alcuni casi possono attivare disattenzione, problemi di concentrazione, irritabilità, sonno disturbato.
Le difficoltà emotive possono non sempre essere visibili e saranno proporzionate alle capacità individuali di assorbimento di ciascuno. I genitori e chi sta accanto ai minori hanno anche la funzione didattica di cuscinetto che attutisce senza nascondere.”
L’adulto potrebbe quindi decidere di dedicare uno specifico tempo all’informazione, ad esempio potrebbe spendere la serata (quando il bimbo dorme) per mettersi in paro con le novità del momento, e aiutare i bambini a comprendere che stiamo vivendo qualcosa di diverso dal solito, ma senza sobbarcarli di responsabilità e paure, piuttosto sfruttando la loro energia e fantasia per farli divertire e distrarsi.